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Comunicato n° 534 del 13 ottobre 2017

Dibattito sull'elezione del nuovo Presidente della Regione

Seduta straordinaria del Consiglio del 13 ottobre 2017: il dibattito prosegue nel pomeriggio

Dopo l'illustrazione delle nuove linee programmatiche di governo da parte del candidato alla carica di Presidente della Regione, Laurent Viérin, si è aperto il dibattito, che ha occupato l'intera seduta consiliare mattutina del 13 ottobre 2017.

La Capogruppo di ALPE, Patrizia Morelli, ha parlato di situazione surreale: «Il candidato Presidente che illustra il nuovo programma di governo circondato dai vecchi Assessori appare alquanto singolare.» Ha quindi ripercorso le tappe della Legislatura: «Una Legislatura cominciata con un risultato inedito e pericoloso, che aveva consegnato una maggioranza di 18 Consiglieri a fronte di una minoranza di 17. Le sue difficoltà sono emerse sin da subito, anche perché quella opposizione di 17 Consiglieri era unita, motivata e aveva cercato di essere propositiva e non soltanto oppositiva. Non posso, infatti, dimenticare il progetto della Renaissance: per me quello è stato un alto momento di politica, che voleva mettere fine ad un sistema che si reggeva più sulle posizioni personali che sullo spirito di servizio per la comunità. Dopo quattro governi Rollandin, il 10 marzo abbiamo presentato la nostra proposta con la mozione di sfiducia costruttiva che ha dato avvio al Governo Marquis sostenuto da ALPE e dall'UVP. Io credo che questo governo, in questi mesi, abbia ridato speranza ai cittadini, nonostante il disfattismo di una minoranza rancorosa. Oggi, possiamo rivendicare dei risultati: la modifica della legge elettorale che garantirà la segretezza del voto, la messa in sicurezza del Casinò dove nessun dipendente ha perso il lavoro attraverso un Piano che ha previsto la riduzione dei costi e la razionalizzazione del personale, la predisposizione di misure per il recupero del settore edilizio privato, gli interventi in agricoltura. Se il governo del 10 marzo nasceva debole, questo è ancora più debole, totalmente incompreso dai cittadini, i quali vi leggono un ritorno ad un passato fatto di giochi di potere e di faide tribali. Un governo che riporta in sella persone, metodi, logiche che hanno contribuito alla crisi politica di questa Regione. Come potete pensare che possa funzionare? Non è sulla base di una semplice spartizione di potere che si possono gettare le fondamenta di una prospettiva futura per la nostra Valle. A queste condizioni è evidente che ALPE non ci possa essere. Noi pensiamo tuttavia che non tutto sia perduto: se c'è la volontà di un confronto serio, di sviscerare le questioni nel merito, ALPE non si sottrarrà, come ha sempre fatto in questa Legislatura.»

Il Consigliere dell'UV Paolo Contoz ha evidenziato: «Dopo sei mesi di governo Marquis, non votato ma voluto solo per far cadere il precedente Presidente Rollandin, si è avverato quanto avevo ipotizzato: questa Giunta ha fatto la fine che inevitabilmente doveva fare. D'altronde, era una maggioranza Arlecchino, amalgama di ideologie troppo diverse. Così, si sono fatti perdere sei mesi di lavoro alla Valle d'Aosta in un grave momento di difficoltà. È una situazione scandalosa, tutti i valdostani sono arrabbiati. Personalmente, a marzo avevo votato contro il cambio di governo, perché ritenevo doveroso rispettare la decisione degli elettori. Questo di oggi non è un ribaltone bis, ma il ripristino del giusto status quo. La legge elettorale consentirà di governare in futuro di nuovo tranquillamente. Avevo auspicato una maggioranza di sole forze autonomiste, ora si sta verificando, anche se avevo sperato l'adesione di ulteriori forze. Per il futuro la porta resta però aperta. A chi ha chiesto elezioni anticipate voglio dire che non è stato possibile perché non era in vigore la nuova legge e perché non era stato ancora votato bilancio. Un piccolo merito va dato alla Giunta Marquis: essere riusciti ad approvare la legge elettorale.» Il Consigliere Contoz ha anche fatto cenno alla vicenda giudiziaria legata al ritrovamento dei 25 mila euro: «È una delle pagine più brutte della storia politica; aspettiamo la fine dell'indagine, ma c'è un fatto evidente a tutti: Rollandin non è parte in causa.» Ha quindi concluso: «Penso che questa prima mia esperienza politica in Consiglio sarà più unica che rara per i record di cambio di governo in meno di un anno. È di moda il termine 'responsabilità', spero che non sia solo parola ma venga concretizzata da tutti i trentacinque Consiglieri perché la gente è stanca di slogan, vuole fatti concreti. Possiamo recuperare la fiducia degli elettori solo con provvedimenti rivolti alla comunità, altrimenti il rischio sarà quello dell'astensionismo e del voto di protesta.»

Per il Consigliere di ALPE, Fabrizio Roscio, «considerare questa proposta come nuova stride con la storia e offende l'intelligenza dei cittadini. Come si può pensare che le stesse persone che erano state tacciate di cattiva gestione possano essere oggi considerate come nuove: penso al collega Marguerettaz, che sui trasporti ha creato non pochi problemi, al collega Perron, che ha creato il dissesto nel Casinò di Saint-Vincent. Questa nuova Giunta non ha né le caratteristiche né la credibilità per essere considerata nuova. Fra pochi mesi sapremo che cosa ne pensano i valdostani. Oggi ci chiediamo quale sia il legante tra chi fino a pochi mesi fa litigava furiosamente e oggi si presenta qui come portatore di rinnovamento: per noi il legante risiede nella smania di avere in mano il potere, anche a costo di interrompere dei processi in corso, e il tutto mascherato nel bene dei valdostani. Come si può ritenere credibile questa nuova maggioranza dove primeggia una forza che cambia idea ogni sei mesi? Il progetto nato il 10 marzo 2017 era sicuramente imperfetto e a termine, però aveva una carica innovativa inedita, con una profonda volontà di perseguire un cambiamento reale. Noi ci abbiamo creduto e ci siamo impegnati, direi ingaggiati, ma una sola forza politica, l'UVP, ha deciso di farlo fallire. È stato detto che c'era un problema di condivisione di temi: oggi, vorrei sapere quale sia la posizione della nuova maggioranza, a titolo di esempio in merito ai collegamenti intervallivi. Nel nuovo programma non compare nulla sull'ambiente: come si può pensare ad uno sviluppo durevole se non si cita questo tema? Oggi sono a confronto due visioni del mondo antitetiche e incompatibili. Qui c'è solo la smania di potere, nessun elemento indica qualche novità. L'unico scopo è quello di prendere quel famoso 42 per cento alle prossime elezioni. Noi continuiamo a lavorare: a noi interessa proporre un'alternativa credibile per traghettare la Valle d'Aosta fuori dalla spirale tossica nella quale è caduta.»

Il Capogruppo di EPAV Mauro Baccega ha osservato: «L'insuccesso di questo Governo di sette mesi era evidente fin da fine luglio. È stata una Giunta balneare, senza presupposti per governare, incapace di mantenere le promesse di condivisione. Il minimo comune denominatore è stato unicamente distruggere, la voglia di conquistare il potere ha annebbiato la Giunta Marquis. L'unico vero obiettivo politico era far cadere il Presidente Rollandin. Troppo spesso avete confuso l'avversario politico con un nemico da abbattere. Questo non è il nostro modo di far politica: le nostre sfide sono sulle idee, sui programmi, sul confronto rispettoso con gli avversari. Il nostro motto è fare, agire, dare risposte; non parlare con spot e annunci. Vogliamo cambiare la situazione, andando nella direzione di un progetto politico serio, ricco di contenuti, volto alle condizioni di sviluppo, all'occupazione, al rilancio dell'agricoltura, dell'edilizia, della tutela del territorio e della famiglia. Un progetto forte, che ha dignità politica per contrastare i populismi. Daremo risposte rapide, per il tempo che ci rimane in questa Legislatura, mentre per il futuro daremo stabilità alla nostra regione. La nostra coalizione vuole tornare e migliorare ulteriormente i risultati positivi già acquisiti. Siamo pronti anche alle prossime sfide elettorali, sempre decisi a difendere le prerogative del nostro Statuto speciale.»

Il Consigliere di AC-SA-PNV Stefano Borrello ha parlato di «debolezza politica all'interno del sistema Valle d'Aosta. Il 10 marzo, quando si è insediato il Governo Marquis, l'Union Valdôtaine, il PD-SVdA e l'EPAV hanno disertato l'Aula e non c'è stato un dibattito politico. Oggi, invece, noi siamo qui, perché non ci sottraiamo al confronto e perché abbiamo rispetto di questo Consiglio, del Presidente della Regione e delle forze politiche che lo compongono. Quando ci siamo insediati a marzo, abbiamo posto il problema del Casinò tra le nostre priorità: in questi mesi di governo, abbiamo scoperto che non avevamo tutti i torti. Per senso di responsabilità, abbiamo votato tutti gli atti proposti dagli Assessori. Oggi, avete fatto un'operazione di potere: questo è il classico patto per le elezioni. Siamo consapevoli che si tratti di un programma di fine Legislatura, ma ci chiediamo le intenzioni sul finanziamento al Casinò, sul trail 4K, sui treni bimodali. Sono sicuro che alcuni temi rilevanti (rapporti con lo Stato, definizione della partecipazione regionale al risanamento del debito pubblico), ci sarà continuità del lavoro che abbiamo svolto. Vi adopererete per ottenere risultati per il bene della Valle d'Aosta. Voglio comunque sottolineare la rilevanza della concretizzazione della norma di attuazione per la fiscalità ottenuta dalla nostra maggioranza. Leggendo le linee programmatiche, sono contento di trovare iniziative per risolvere il problema degli operai forestali, così come le azioni per l'agricoltura, un settore cui la maggioranza uscente ha saputo dare risposte grazie ad un percorso coordinato e condiviso. In merito all'accesso al credito edilizio e al rilancio dell'imprenditoria locale, ricordo la riforma normativa che abbiamo sottoposto alla Commissione consiliare. A questo proposito, continuerò a rappresentare le nostre istanze, la nostra visione di sviluppo economico, ma sono soddisfatto che sia stata colta la valenza della nostra proposta. Al Presidente del Consiglio rinnovo la stessa stima e la stessa fiducia del 10 marzo.»

Il Consigliere del M5S Roberto Cognetta ha dichiarato: «Oggi l'UVP ha raggiunto un risultato fondamentale per la prossima campagna elettorale portando il suo uomo di punta Laurent Viérin alla Presidenza della Regione. Siete stati fenomenali. È ovvio che non potrete fare granché, anche perché mancano una decina di Consigli prima delle elezioni.» In tono ironico ha commentato: «Rispetto al Consiglio di mercoledì 11 ottobre, vedo un miglioramento dei contenuti: almeno oggi ci è stato consegnato un foglio, scritto peraltro a caratteri grandi, così tutti possiamo leggere. E questo è un fatto positivo. Ma ora mi faccio serio: in questo programma non si parla di lavoro, non si parla di sviluppo. La continua guerra fondata su invidie personali continua. Perché qui non si guarda ai contenuti, ma sempre e solo alle persone. È un limite umano, amplificato ai valdostani: questo è un peccato, perché quando c'erano i soldi, tutto andava bene lo stesso, oggi questo limite dovrebbe essere superato. In molti qui vogliono sedere sulle poltrone assessorili perché pensano di essere i migliori, per poi accorgersi che non lo sono. Riguardo poi ai tre che oggi ritornano su quelle sedie, non hanno nemmeno il beneficio della novità: sono coraggiosi perché saranno giudicati due volte. Oggi, l'UVP nella nuova Giunta avrà un peso inferiore: perché se UV, PD-SVdA e EPAV, vorranno mettere in difficoltà il Presidente, lo faranno senza problemi, visto che si tratta di una continua lotta di potere tra persone. Non credo che le cose miglioreranno. Noi auspichiamo che l'ipocrisia di questa discussione, si trasformi in qualcosa di reale: ho i miei dubbi e non voterò questo nuovo Governo. Anche se spero che finalmente dopo 4 anni si cominci a fare qualcosa per i valdostani, perché la Valle d'Aosta ha bisogno più che mai di politiche di sviluppo.»

Il Consigliere Claudio Restano (AC-SA-PNV) ha rilevato: «Si parla di autonomia, ma mi chiedo se si tratti dell'autonomia vera, concreta, non fatta di parole vuote, retoriche. L'autonomia è servita e deve servire per i valdostani, non deve essere utile solo ai politici nei momenti di competizione elettorale o di crisi; deve essere un baluardo per la nostra economia. Ai valdostani è questa autonomia che interessa. Allora sì, che questo tema unisce la politica alla popolazione. Un'autonomia che si estrinseca nel saper creare, costruire, governare nella buona maniera per uscire dalla crisi politica. Si parla di accordo paritario con il governo nazionale o di impegno a ristabilire un'equa ripartizione che non ci penalizzi: ma non è già da anni che si devono rimodulare i rapporti con lo Stato? Del centralismo si discute dagli anni Duemila, nel tempo abbiamo visto frantumarsi l'Union Valdôtaine. Ma noi la stiamo difendendo, la nostra Autonomia? Ci siamo chiusi nelle sedi del partito abbandonando i cittadini. Stiamo facendo prevalere l'inglese al francese, di cui non scriviamo più gli accenti. L'ottava meraviglia del mondo si chiama SkyWay. La politica ha abbandonato il particolarismo valdostano! Il faut faire un effort pour employer notre langue maternelle. Questi sono discorsi che hanno diviso i movimenti, hanno fatto crescere il populismo. In questi mesi abbiamo lavorato alacremente e diversi argomenti sono ripresi nel nuovo programma di governo, seppur sommariamente. Vi chiedo di non sottovalutarli, di svilupparli, in particolare il contratto ponte con Trenitalia, lo sport, che manca del tutto, il marchio ombrello. Il mio successore raccoglierà il lavoro sinora fatto e lo valuterà. L'importante è impegnarsi sinceramente per i valdostani. L'autonomia non sta solo da una parte, ma è intrinseca in tutti i valdostani. Auguro un buon lavoro alla nuova maggioranza, che non sosterrò ma cui non farò mancare la mia visione, in un'ottica propositiva e costruttiva.»

Il Consigliere di AC-SA-PNV Carlo Norbiato si è detto deluso «per l'ennesimo parto di una maggioranza. Le decisioni, peraltro sofferte, del 10 marzo erano frutto di una consapevole convinzione: la nuova maggioranza avrebbe potuto essere foriera di un effettivo cambiamento nel fare politica. Purtroppo, il giocattolino si è rotto e, a seguito della fuoriuscita dell'UVP, il progetto si è arenato. Sono deluso dall'incomprensione di fondo, dall'interpretazione errata da parte dell'UVP nei confronti del gruppo di cui mi onoro far parte. Ricordo che, in occasione della nascita di AC-SA-PNV, avevamo definito il nostro gruppo un laboratorio, un contenitore di idee che guardava sì alle elezioni - e dunque agli elettori -, ma ponendosi in dialogo, con un confronto costruttivo, con la minoranza e con altri laboratori politici similari, quali il Rassemblement. Un tavolo, quello del Rassemblement, da cui siamo stati unilateralmente esclusi. Non ritengo che la patente di autonomista, federalista, regionalista, sia prerogativa degli Unionisti o degli ex Unionisti. È di grande attualità la necessità che le forze autonomiste, nel senso più nobile e disinteressato del termine, si riuniscano per risolvere i problemi della collettività. Questo momento, però, pare non essere maturo, ma il popolo sovrano, fra pochi mesi, saprà mettere ordine a questi interrogativi. La tanto decantata impalcatura del 10 marzo e il suo elemento di novità e cambiamento metodologico sono scomparsi nel programma di governo, facendo registrare l'entrata di consumati professionisti della politica nella nuova Giunta.»

Il Consigliere del GM Andrea Padovani, nell'annunciare che «non darò nessuna fiducia a questo governo e farò un'opposizione molto dura», ha specificato: «Non so a che gioco si stia giocando, ma la linea è ben chiara: alle elezioni bisogna andarci governando avendo la Presidenza. Diamo atto all'UVP di esserci riuscita. Si parla di ristabilimento di una situazione ex ante Marquis, e a leggere i nomi della nuova Giunta direi che è cosa fatta. Questo nuovo governo ha un obiettivo dichiarato: arrivare al 42 per cento al fine di permettere governabilità.  Ma è una governabilità artificiosa, perché la politica valdostana ha perso di credibilità e non riesce più a rappresentare le necessità della maggioranza della popolazione. Il progetto è chiaro: volete gestire i cordoni della borsa per arrivare alle elezioni, accelerando peraltro la quotazione in borsa della Compagnia Valdostana delle Acque. Io spero che non gestiate le risorse come avete fatto prima del 10 marzo: non è un modo per dare risposte ai bisogni dei valdostani, ma per dare risposte agli amici degli amici. Sono convinto che questo non sia un governo di cambiamento, ma semplicemente la restaurazione dell'ancien régime e di quella situazione che ha portato la Valle d'Aosta sull'orlo del baratro, in una situazione di crisi economica gravissima.»

Il Consigliere di ALPE Albert Chatrian ha affermato: «I valdostani lo sanno: non abbiamo voluto aderire a questo progetto molto debole, nonostante i corteggiamenti ricevuti. Il nostro gruppo porterà le sue idee per l'elaborazione del bilancio e, una volta approvato, bisognerà davvero andare ad elezioni. Ecco perché definisco questo il governo del bilancio. Sembra passato un secolo dalle Regionali del 2013, quando la nostra coalizione perse, per quanto con onore. Avevamo e abbiamo ancora le idee chiare per cambiare un sistema Valle d'Aosta malato. Noi siamo rimasti fedeli al mandato che ci è stato attribuito e non condividiamo l'attuale progetto. In questi mesi, non abbiamo voluto fare favori o promesse, non abbiamo scalpitato per mettere sulle poltrone nostri amici. Abbiamo dimostrato, in questi sette mesi, che si può amministrare e fare politica in modo diverso. Eppure tanti colleghi vogliono cancellare completamente questo periodo, in cui sono stati conseguiti risultati importanti, in cui sono state messe in moto novità, in cui dossier difficili sono stati affrontati con serietà. Non abbiamo licenziato nessuno al Casinò, abbiamo invertito la rotta e ora siamo sulla strada giusta, passando dalle parole ai fatti, come è successo anche per l'agricoltura e l'edilizia. Abbiamo anche instaurato un buon modo di lavorare in Giunta, perché non è vero che non abbiamo discusso, non abbiamo avuto progettualità e condivisione. Improvvisamente la Valle d'Aosta necessita di autonomia finanziaria: mi fa male sentir dire che la colpa ricade sulla Giunta Marquis. Forse siamo ingenui per riuscire a capire i pretesti per questo cambio di Governo, come nel caso dei collegamenti intervallivi e della CVA. Per il bilancio, preciso che a tutte le 120 strutture regionali è stato scritto che la disponibilità per il 2018 è la stessa del 2017, ovvero 1079 milioni. Questa crisi di governo ci ha impedito di concludere il percorso della finanziaria. Ora andiamo all'opposizione a testa alta, siamo fieri di noi stessi e della nostra coerenza. Per il bene della Valle d'Aosta, auguro al nuovo Presidente, alla nuova Giunta e a tutta la maggioranza un buon lavoro

Per il Consigliere del Gruppo Misto Elso Gerandin, «siamo ai titoli di coda di un film che non avremmo mai voluto vedere. Qui si stanno mortificando la Valle d'Aosta e i valdostani, con la presunzione di farli assistere ad una prima visione. Quello che leggiamo di brutto sui giornali nazionali, non sono i valdostani, è la politica valdostana, che essendo stato poco incisiva, poco trasparente e poco coerente sta pregiudicando il futuro della nostra autonomia. Il nuovo progetto politico è un'offesa all'intelligenza dei valdostani, io lo chiamo piuttosto "obiettivo 42". In questo momento di difficoltà, bisognava proporre qualcosa di diverso. Invece, tra gli Assessori rispuntano il nome di Perron, che per il Casinò proponeva dei "ristori" dovuti e che ha portato la Valle ad una situazione economica disastrosa a causa dei patti siglati con lo Stato, il nome di Marguerettaz, ossia l'Assessore ai contenziosi e che ha ridicolizzato la Valle nel duello con il Tor des Géants, il nome della Rini, che da Assessore è stata baciata dalla fortuna perché le hanno regalato 50 milioni di euro che non ha speso, il nome di Baccega, che non voleva modificare i mutui per la regione. Il Presidente Viérin avrà il suo bel da fare nel gestire una squadra di questo genere. Oggi, per la Valle d'Aosta, non è il momento di illudere, è il momento di essere realisti. Ma io credo che questa maggioranza abbia tre obiettivi: far dimenticare quello che è successo in questi ultimi mesi, far crescere la disaffezione alla politica e al voto, mettere mano sul tesoretto della CVA. Lancio un messaggio ai miei ex colleghi dell'UVP: avevamo avuto il coraggio di contrastare una contraerea con un canotto, perché abbiamo dimenticato questo progetto? L'unionismo non è un pericolo, è un valore di appartenenza, ma l'unionismo è anche autocritica, è ribadire i valori della nostra autonomia, è lavorare nell'interesse dei valdostani. Mi auguro che il Presidente Viérin, da Roma porti a casa risultati concreti e non solo foto con Ministri. Me lo auguro per i valdostani

Il Capogruppo del PD-SVdA Jean-Pierre Guichardaz: «Non è agevole parlare di politica in queste condizioni; oggi il concetto di buon governo del popolo in quest'Aula lascia spazio alle schermaglie politiche. Questa fase per noi è il ripristino della situazione ex ante, con gli opportuni accorgimenti, frutto degli accordi politici del 2015 e del 2016. Oggi l'alleanza autonomista e di centro-sinistra punta al rilancio della nostra economia, il programma d'urgenza riprende in parte i programmi precedenti per convinzione e per ribadire gli intenti e le idee che li animavano. Il nostro progetto, pur nell'emergenzialità e coi piedi per terra, vede oltre la Legislatura, trattando temi che apriranno il dibattito politico e che per la loro trasversalità non sono patrimonio delle varie maggioranze, ma patrimonio comune di chi sarà chiamato a dare il proprio contributo, indipendentemente dalla collocazione politica. Il nostro gruppo non ha mai avuto paura di affrontare l'attività ispettiva o le varie proposte, anche quando era all'opposizione. E l'opposizione è l'anima della democrazia, è velleitario pensare che la politica possa operare senza il suo contributo. Noi siamo qui per lavorare, senza porre pregiudiziali al coinvolgimento di chi voglia proporre idee e dibattiti. Non vogliamo distruggere né abbiamo la frenesia di attribuirci meriti non nostri. Ce la vogliamo mettere tutta, siamo qui per lavorare con impegno, poi saranno gli elettori a decidere chi ha ben governato, chi ha fatto una buona opposizione, chi ha fatto e chi ha disfatto. Sul Rassemblement in quanto operazione fragile non ho mai cambiato idea. Oggi torniamo a quel 10 marzo con un programma aggiornato, senza la frenesia di occupare le poltrone, al contrario di chi ci ha preceduto; frenesia che alcuni componenti della stessa ex maggioranza hanno più volte criticato e stigmatizzato

La seduta è sospesa. I lavori riprendono alle ore 15.30.



SC-MM